CCT: Cosa Sono, Quanto Rendono e Differenze con Altri Titoli di Stato
I Certificati di Credito del Tesoro (CCT, nella dizione comune) sono titoli di Stato e quindi obbligazioni di medio termine, con scadenza fissa a 7 anni, che vengono emesse per quanto riguarda l’Italia dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
È uno strumento classico di finanziamento del debito pubblico per il nostro Paese, ma quello che interessa a noi che siamo alla ricerca di strumenti di investimento e di risparmio, è il suo funzionamento in qualità di titolo.
Nella guida di oggi affronterò ognuna delle questioni che riguardano i CCT: quanto rendono, come funzionano? C’è una cedola? Sono più o meno convenienti delle altre tipologie di titoli di stato? Te ne parlo sia nella sezione dedicata che nell’articolo che stai leggendo.
In Questo Articolo Si Parla di:
La durata dei CCT
I CCT sono una tipologia di titolo che dal 1991 vengono sempre emessi con scadenza a 7 anni. In passato sono stati emessi anche con scadenze a 2, 5 o 10 anni, anche se questa modalità è stata completamente abbandonata dal Ministero del Tesoro.
I CCT dunque si collocano temporalmente sulla media scadenza: durano di più dei titoli a brevissima scadenza come i BOT anche se non raggiungono la durata estremamente lunga dei BTP a lunghissima scadenza (fino a 30 anni).
L’assegnazione dei CCT e il taglio minimo
I CCT vengono assegnati con asta marginale. Le aste si ripropongono ogni mese e sono in genere in qualità di riapertura del vecchio debito appena chiuso. Il taglio minimo è di 1.000 euro.
Interessi e remunerazione dei CCT
I CCT hanno rendimento a tasso variabile. Il tasso di interesse retribuito è uguale a quello dei BOT semestrali dell’ultima asta precedente alla scadenza della cedola, con uno spread dello 0,15%.
Questo vuol dire che ogni 6 mesi il tasso di interesse che viene retribuito si aggiorna e rimane in linea con quello dei BOT, con un piccolo premio per chi ha scelto appunto di rivolgersi ad uno strumento a scadenza più lunga.
Le cedole sono semestrali posticipate per tutti i titoli di questo tipo attualmente presenti sul mercato. In passato sono stati distribuiti anche rendimenti in cedola annuale.
Conviene investire in CCT?
Si tratta di un discorso che non può essere fatto senza considerare quelle che sono le nostre priorità e le nostre necessità. Il titolo è di medio periodo e rende al meglio per chi vuole investire su un arco di 7 anni, pur essendo possibile ovviamente liberarsi del titolo sul mercato secondario.
Lo spread offerto rispetto al rendimento dei BOT è minimo ma comunque interessante per un titolo che, a grandi linee, ha la stessa affidabilità dei titoli a breve scadenza.
Rimane aperta la questione del rendimento variabile: in linea teorica è come reinvestire anno per anno in BOT con un piccolissimo premio: i rendimenti dei BOT possono essere relativamente volatili e dunque non abbiamo alcun modo di programmare i rendimenti che andremo a percepire.
I CCT sono dunque una buona alternativa per chi vuole investire su un periodo medio, con uno strumento relativamente affidabile e che viene emesso da uno dei principali stati, economicamente parlando, del mondo.
Scopri che Investitore Sei
Ho creato un breve questionario con cui ti aiuto a capire che tipo di investitore sei. Al termine, ti guiderò verso i contenuti migliori selezionati in base alla tua situazione di partenza:
I CCT sono affidabili?
La domanda che dobbiamo porci è relativamente semplice: crediamo che l’Italia, da qui a 7 anni, sia ancora in grado di rimborsare il suo debito? Se sì, possiamo ritenere l’Italia un emittente affidabile e quindi investire in CCT.
In caso contrario possiamo rivolgerci a titoli analoghi emessi da stati ancora più affidabili per i mercati, consci però del fatto che riusciremo a portare a casa rendimenti sicuramente più bassi di quelli che vengono percepiti con i CCT italiani.
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Cedola sì, cedola no?
La cedola è un potentissimo incentivo per il risparmiatore medio, dato che offre la percezione di incassare già quanto stiamo effettivamente guadagnando con il nostro investimento.
È spesso però uno specchietto per le allodole: gli interessi che incassiamo con la cedola non saranno infatti generatori di ulteriore interesse, eliminando dall’equazione il magico meccanismo dell’interesse composto.
Chi può aspettare, dovrebbe preferire strumenti senza cedola, che rendono leggermente di più. In questo caso però, il CCT non può fare al caso nostro, dato che purtroppo non ne vengono emessi in modalità zero coupon.
In questa guida ho approfondito ulteriormente il tema dei CCT: ti consiglio di leggerla per ampliare le tue conoscenze su questo strumento.
Inoltre ho messo a punto una serie di consigli indispensabili per chi vuole iniziare ad investire in consapevolezza.
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Buoni investimenti!
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