Impugnazione Testamento: Quando è Possibile Procedere? Tempistiche e Caratteristiche

Il testamento è quell’atto all’interno del quale il testatore scrive le sue ultime volontà circa la spartizione della sua eredità. Come vedremo meglio tra poco, esistono diverse tipologie di testamento che, quindi, rispondono a formalità e requisiti diversi e specifici.

Pertanto, quando si parla di impugnazione del testamento, è opportuno distinguere di quale testamento si stia parlando, quali sono le cause dell’impugnazione e quali sono le conseguenze. Ciò che ci tengo a sottolineare sin da ora è che per evitare che un testamento venga impugnato dalle parti interessate, deve essere privo di vizi e deve rispettare le relative quote di legittima e di quota disponibile.

Impugnazione testamento: Olografo, pubblico o segreto?

Come ti accennavo, quando parliamo di successione testamentaria, dobbiamo sapere che non esiste un solo tipo di testamento, bensì tre. Pertanto, per poter capire che cos’è l’impugnazione e quando può avvenire, è opportuno parlare delle differenze che intercorrono tra:

  1. Testamento olografo;
  2. Testamento pubblico;
  3. Testamento segreto.

Nel primo caso parliamo di un testamento che, per essere valido, deve essere interamente scritto a mano dal testatore, deve riportare la data e deve essere sottoscritto. Questi tre requisiti sono essenziali, poiché nel caso in cui mancasse anche solo uno di questi, il documento verrebbe ritenuto non valido.

Il testamento pubblico, invece, viene redatto dal notaio in presenza di due testimoni non interessati all’eredità del defunto. A differenza del caso precedente, così come di quello successivo, il testamento pubblico porta con sé il vantaggio di poter essere difficilmente impugnato, poiché il notaio stesso si assicura che la percentuale delle quote di legittima e disponibile vengano rispettate.

Ad ogni modo, le formalità a cui bisogna prestare attenzione sono molteplici:

  • Il testatore dichiara le sue ultime volontà al notaio e in presenza dei due testimoni;
  • Il notaio redige l’atto segnalandogli delle modifiche che gli eviteranno contrasti o problemi con la legge;
  • Al termine della redazione del testamento, il notaio lo legge al testatore così che possa avere la certezza che le sue volontà siano state scritte correttamente;
  • A questo punto viene apposta la dicitura relativa al luogo, alla data e all’ora della redazione dell’atto;
  • Il notaio, il testatore e i testimoni sottoscrivono il testamento.

Nel caso in cui il testatore fosse impossibilitato a firmare il documento, il notaio lo farà presente con la relativa motivazione. Da sottolineare che, in questo caso, un soggetto che non può o non è in grado di scrivere non potrà fare che fede al testamento pubblico, escludendo le altre due tipologie.

Da ultimo, abbiamo il testamento segreto, scritto personalmente dal testatore e consegnato in una busta sigillata al notaio alla presenza di due testimoni. Questa tipologia è quella meno formale, poiché non richiede neanche l’indicazione della data che, però, dovrà essere apposta dal notaio quando aprirà la busta.


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Impugnazione testamento: le cause

A questo punto possiamo iniziare a parlare dell’impugnazione del testamento, l’azione attraverso la quale le parti interessate possono contestare il documento stesso. Le motivazioni che portano all’impugnazione del testamento sono diverse, ma in ogni caso, indicano il non rispetto di requisiti imprescindibili.

Più nello specifico, però, possiamo dire che le cause che portano all’impugnazione di un testamento (a prescindere dalla tipologia) siano rappresentate da questi quattro vizi:

  1. Vizi formali;
  2. Vizi sostanziali;
  3. Vizi di difetto della capacità;
  4. Vizi di volontà.

I nomi sono abbastanza esplicativi, ma per togliere ogni dubbio, facciamo un esempio per ognuno. Nel testamento olografo, il vizio formale può riguardare una parte del testo non autografa così come la mancanza della data. In sostanza, parliamo di quegli errori relativi alla forma che interessa la stesura del testamento.

Il vizio sostanziale, invece, è quello che riguarda il contenuto del testamento, che per portare le parti interessate all’impugnazione, significa che non rispetta quanto richiesto dalla legge. Quindi, per esempio, un erede legittimario vede lesa la sua quota di legittima da parte delle volontà del testatore.

Sul vizio del difetto della capacità non c’è molto da dire: il testatore non era in condizione di poter scrivere un testamento perché minorenne, interdetto o infermo mentale. Infine, abbiamo i vizi di volontà (errore, dolo, violenza) che sono considerati gli elementi che hanno portato il testatore ad esprimere una volontà diversa da quella che avrebbe espresso in assenza di questi vizi.

Come puoi vedere, quindi, un testamento può essere impugnato per diversi motivi ma, in ogni caso, la contestazione avviene a fronte di un errore in grado di compromettere la validità del testamento.

Impugnazione del testamento: nullo o annullabile?

I vizi che abbiamo visto sopra sono le cause che possono portare le parti interessate ad impugnare un testamento. Ma, che cosa succede dopo? Il discorso è piuttosto semplice: in base al tipo di difetto, il testamento viene considerato nullo o annullabile.

Nel primo caso ci troviamo di fronte ad un testamento che presenta anomalie gravi e che, quindi, impediscono l’avverarsi delle volontà del testatore. Solitamente, parliamo di vizi sostanziali e quelli più gravi di forma.

Si parla, invece, di annullabilità del testamento quando i difetti sono meno gravi e, pertanto, non rendono nullo l’intero documento, ma singole parti di questo. In questo caso parliamo di vizi della volontà, di capacità e di vizi formali meno gravi.

Per comprendere meglio la differenza che intercorre tra un testamento nullo e annullabile, ti basterà pensare che l’impugnazione del primo non è soggetta a limiti temporali, mentre nel secondo caso, l’azione dovrà essere esercitata entro 5 anni dalla lettura del testamento da parte del notaio.

Impugnazione testamento: termini di prescrizione

Da ultimo, non ci resta che capire quali sono i termini per impugnare un testamento. Qui il discorso è molto semplice, poiché i termini variano in base al tipo di contestazione che viene mossa dalle parti interessate.

Nel caso di impugnazione di testamento per lesione di legittima, quella in cui uno o più eredi legittimari abbiano visto una riduzione della propria quota, si hanno fino a 10 anni per poter intervenire.

Quando si parla di impugnazione di testamento falso, invece, il tempo massimo scende a 5 anni. Questa contestazione, solitamente, è tipica del testamento olografo, ovvero quello scritto di proprio pugno dal testatore. In questo caso, infatti, basta non apporre la data o non rispettare la quota di legittima affinché il testamento possa essere impugnato.

Il terzo caso è quello del testamento scritto da una persona incapace di intendere e di volere. Qui, dunque, le parti interessate hanno fino a 5 anni di tempo per poter impugnare il testamento. Ora, se ti ricordi, all’inizio della guida ti ho parlato del testamento pubblico, ovvero quello redatto dal notaio.

Anche in questo caso, per quanto si parli di un documento privo di vizi, si ha la possibilità di impugnare il testamento pubblico per incapacità (termine di 5 anni) o lesione di legittima (termine di 10 anni).


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Imprenditore e Investitore - Co-fondatore di Affari Miei
Ha fondato Affari Miei nel 2014. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha approfondito la sua storica passione per l'economia e la finanza conseguendo un Master Executive in Consulenza Finanziaria Indipendente. É autore dei libri "Vivere di Rendita - Raggiungi l'Obiettivo con il Metodo RGGI" (2019) e "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" (2023).
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