Testamento Pubblico: Come Leggerlo, Come Scriverlo e Come Registrarlo dal Notaio

Al giorno d’oggi chi desidera fare testamento e lasciare per iscritto le proprie ultime volontà ha diversi modi per poterlo fare. Difatti, oltre al testamento pubblico di cui parleremo in questo articolo, esistono anche il testamento olografo e quello segreto.

Ognuna di queste tipologie porta con sé molteplici benefici e, dall’altra parte, anche qualche limitazione.

In ogni caso, nella guida di oggi vogliamo concentrare la nostra attenzione solo sul testamento pubblico, una tipologia tanto sicura quanto, però, dispendiosa in termini economici.

Qui, dunque, troverai tutte le informazioni relative a questo tipo di documento: come funziona, come si redige, quanto costa, se può essere impugnato e molto altro ancora.

Come funziona il testamento pubblico?

La prima cosa che dobbiamo sottolineare è che il nome di testamento pubblico non deve trarre in inganno. Per “pubblico”, infatti, non significa che il documento sia accessibile a chiunque. Il suo contenuto, infatti, rimane comunque riservato e privato.

Piuttosto, parliamo di testamento pubblico poiché l’atto può essere effettuato solo da un pubblico ufficiale, nonché il notaio. Sul nostro territorio, infatti, il notaio è l’unica figura che può ricevere testamenti.

In ogni caso, il notaio garantisce l’assoluta riservatezza al testatore, così come, in realtà, dovrebbe essere da parte dei due testimoni che presenzieranno all’atto. Per questi ultimi, chiaramente, non si può avere la sicurezza circa il loro silenzio, ma non si può e non si deve dubitare della professionalità del notaio.

Ad ogni modo, il testamento pubblico richiede, per l’appunto, la presenza del testatore, di due testimoni e di un notaio. A questo punto, il testatore potrà procedere con la dichiarazione delle sue ultime volontà, che verranno iscritte dal notaio stesso.

Quest’ultimo, durante la scrittura dell’atto, non può dare consigli o suggerimenti di carattere sostanziale, ma può intervenire sulla chiarezza delle espressioni utilizzate dal testatore. In questo modo, egli avrà la sicurezza di lasciare un testamento privo di contraddizioni, errori o concetti poco chiari.

Una volta che siano state dichiarate e scritte le volontà del testatore, il notaio procederà alla lettura del documento, che al termine dell’atto dovrà essere firmato da parte del notaio stesso, dal testatore e dai due testimoni. Inoltre, l’atto redatto dovrà contenere l’indicazione della data, del luogo e dell’ora della firma da parte dei presenti.

Da sottolineare che anche l’accettazione del testamento da parte dei testimoni e del testatore deve seguire determinate formalità, e non può avvenire con un semplice “Va bene”. Difatti, l’accettazione deve avvenire in modo scritto, previa la nullità del testamento.

Impossibilità di sottoscrizione

Come appena detto, il documento dovrà essere firmato da tutti i presenti durante la stesura dell’atto.

Tuttavia, è importante parlare anche dei casi in cui il testatore fosse impossibilitato a sottoscrivere il testamento perché analfabeta o a causa di un qualsiasi altro impedimento fisico (muto, sordo o sordomuto).

In questi casi vengono applicate delle disposizioni particolari che dovranno essere osservate. Qualora il testatore fosse privo dell’udito, dovrà procedere con la lettura dell’atto redatto dal notaio, e di questo ne verrà data indicazione all’interno dell’atto stesso.

Se, invece, il testatore fosse muto o sordomuto, invece di due testimoni dovranno presenziarne quattro, di cui almeno uno conosca il linguaggio dei segni. In caso contrario, sarà necessario richiedere l’intervento di un interprete.


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Testamento pubblico e testimoni: I requisiti

I due testimoni che presenzieranno insieme al testatore di fronte al notaio al momento dell’atto devono rispondere ad alcuni requisiti importanti. Il primo riguarda il disinteresse verso il testamento, il che significa che non potranno essere né parenti del notaio, né del testatore.

Inoltre, devono aver compiuto i 18 anni di età, essere in grado di sottoscrivere l’atto e non essere sordi, ciechi o muti.

L’altro importante requisito riguarda la cittadinanza italiana o, nel caso di stranieri, la residenza in Italia.

Pertanto, al di là delle formalità che interessano il testamento pubblico, è importante scegliere con cura chi saranno le persone che testimonieranno all’atto.

Pubblicazione del testamento pubblico

La pubblicazione del testamento riguarda solamente quello olografo e quello segreto. In questi due casi, infatti, il notaio non è a conoscenza di quanto scritto all’interno del documento, e nel momento in cui il testatore viene a mancare, il notaio dovrà aprire l’atto e verrà a conoscenza delle ultime volontà dichiarate.

Il testamento pubblico, invece, essendo già pubblico, non ha bisogno della pubblicazione.

Al momento della morte del testatore, quindi, il notaio provvederà a contattare gli eredi circa l’esistenza del testamento e, a questo punto, potranno essere eseguite le volontà del defunto.

Impugnazione del testamento pubblico

Dal momento che stiamo parlando di un testamento scritto da parte di un pubblico ufficiale si potrebbe pensare che l’atto sia inoppugnabile: in sostanza, che le volontà lasciate dal testatore non possano essere contrastate dalle parti interessate (gli eredi).

In realtà, però, l’unica sicurezza che si ha circa il testamento pubblico riguarda l’immunità di alterazioni o falsità.

Dall’altra parte, però, è bene ricordare che il notaio non è tenuto né a verificare la capacità di intendere e di volere del testatore, né che questi, con le sue dichiarazioni, stia ledendo la quota di legittima degli eredi legittimari.

Pertanto, anche il testamento pubblico può essere impugnato o per incapacità (termine di 5 anni dall’apertura) o per lesione della legittima (termine di 10 anni dall’apertura).

Tuttavia, è bene sottolineare che, tra le tre tipologie di testamento (pubblico, olografo e segreto), quello pubblico rimane quello più difficilmente impugnabile.

In ogni caso, è importante sapere che il testamento pubblico può altresì anche essere reso nullo o annullabile. Nel primo caso ci si trova di fronte a dei vizi gravi che portano il documento a perdere di ogni efficacia:

  • Il notaio non ha riportato le reali volontà del testatore all’interno del documento;
  • Non sono state osservate le formalità ed i requisiti in caso di impossibilità di sottoscrizione da parte del testatore;
  • L’atto non è stato firmato dal notaio, dal testatore o dai testimoni.

Il testamento, invece, può essere annullabile quando presenta dei vizi meno gravi rispetto a quelli qui sopra citati. Pertanto, produrrà comunque i suoi effetti, ma in parte potranno essere annullati tramite la domanda presentata dagli eredi interessati ad un giudice.

Testamento pubblico: ne vale davvero la pena?

Come abbiamo visto, il testamento pubblico porta con sé alcuni vantaggi e, dall’altra parte, qualche svantaggio importante. Il primo riguarda la sicurezza del riserbo dei due testimoni, che per quanto sia richiesta, non si potrà avere la garanzia che non ne facciano parola con nessuno. In sostanza, ci si può fidare del notaio, poiché stiamo parlando di un pubblico ufficiale, ma in quanto ai testimoni, purtroppo, rimane sempre un’incognita.

La seconda limitazione del testamento pubblico interessa coloro che soffrono di impedimenti fisici e che, in alcuni casi, potrebbero richiedere la presenza di un interprete. Il terzo svantaggio del testamento pubblico riguarda il costo, che per quanto vari in base allo studio notarile in questione, rimane comunque la tipologia di testamento più onerosa in assoluto.

Da ultimo, a differenza di quello che solitamente si tende a credere, il testamento pubblico non offre alcuna forma di garanzia circa l’avverarsi delle volontà del testatore. Se quest’ultimo, nonostante i consigli del notaio, abbia fatto un testamento che va a ledere le quote di legittima, gli eredi interessati potranno comunque contestare quanto scritto nel documento.

Pertanto, tenendo in considerazione anche le altre tipologie di testamento, soprattutto quello olografo, il nostro consiglio è di non puntare ad occhi chiusi su quello pubblico, perché come abbiamo visto, non ne vale poi così tanto la pena.

Piuttosto, è meglio chiedere aiuto e farsi supportare per redigerne uno di proprio pugno, seguendo tutti i requisiti necessari affinché possa considerarsi valido.


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Consulente Finanziario Indipendente e Co-Fondatrice di Affari Miei
Si è avvicinata al mondo della finanza per passione co-fondando Affari Miei nel 2014. Oltre all'abilitazione per l'esercizio della professione ha approfondito i suoi studi seguendo seminari e master formativi in Wealth Management e Protezione Patrimoniale. Nel 2023 ha pubblicato il libro "Investimenti Sicuri - Come Proteggere il Tuo Patrimonio e Vivere di Rendita" scritto a quattro mani con Davide Marciano.
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