I Tempi Sono Cambiati, Non Trovi?
Nel 1963 il film di impegno civile “Le mani sulla città” ha avuto l’enorme pregio di raccontare il malaffare diffuso nel nostro Paese nel periodo post bellico di ricostruzione in cui la speculazione edilizia in molti casi ha prodotto dei mostri.
Se non hai mai visto il film ti consiglio di farlo perché ritengo sia un pezzo di storia della nostra Italia molto importante.
In una scena molto significativa uno dei protagonisti, un imprenditore con aspirazioni politiche, parlando ad altri aspiranti investitori immobiliari, gli racconta i vantaggi di puntare sul mattone in quella fase storica confrontando quello che era all’epoca il “nuovo” investimento con il “vecchio”, rappresentato dall’industria già in via di consolidamento e con situazioni rubricate come “problemi” dal costruttore quali i sindacati e le rivendicazioni della classe operaia.
Al di là degli aspetti morali, spesso riprovevoli, quel film descrive una fase storica che in Occidente non esiste più: quella iniziale della ripresa dopo il Secondo Conflitto mondiale, la fase di passaggio tra l’età della povertà e l’età dello sviluppo di cui parlo da anni nei miei scritti.
In una fase di sviluppo TUTTI, compresi i non addetti ai lavori o tecnici, possono trarre i benefici del progresso perché le opportunità sono talmente tante che c’è spazio per chiunque ci provi.
A un certo punto, però, le cose diventano più complicate rispetto a quando i protagonisti del film ponevano le loro mani sulla città.
Lo Stato comincia a mettere regole e balzelli, i diritti degli inquilini crescono a dismisura rendendo sovente complessa la vita del proprietario degli immobili e la crescita demografica del Paese si arresta.
Meno crescita demografica significa meno giovani, meno famiglie e meno domanda generale di immobili
In questa fase storica il mattone diventa un’opportunità profittevole solo per addetti ai lavori che hanno capitali, esperienza, mezzi e, soprattutto, tempo per affrontare le crescenti difficoltà.
Proprio per queste ragioni da anni, in controtendenza rispetto a ciò che ti raccontano online, pongo l’accento sulla mutata natura dell’immobiliare inteso alla vecchia maniera che da investimento si è trasformato in lavoro.
Non tutto è perduto, però.
Viviamo in un’epoca meravigliosa perché tutto evolve ed i moderni strumenti digitali ci permettono di porre in essere azioni straordinarie, impensabili fino a pochi anni fa.
Cose che i miei genitori ed i miei nonni, per dire, nemmeno potevano immaginare e che persino tu, se hai qualche anno più di me, non potevi nemmeno intravedere fino a qualche lustro fa.
Oggi non ha più senso aspirare a “mettere le mani sulla città”, la tua prospettiva infatti può essere globale e non serve nemmeno comportarsi in maniera losca come i personaggi del film.
Grazie ai mercati finanziari e ad internet oggi possiamo investire in immobili senza uscire di casa e senza complicarci la vita diventando, semplicemente, soci delle più grandi aziende al mondo che svolgono questa attività dove e come conviene farlo.
Aziende che comprano decine di migliaia di appartamenti ogni anno in aree strategiche, che gestiscono i sistemi su cui si poggia l’intera economia mondiale come il cloud e le telecomunicazioni e tanto altro che viene ampiamente raccontato in SMART REAL ESTATE.
SMART REAL ESTATE è una rassegna che coglie il meglio dell’immobiliare mondiale e ti permette di accedere, con cifre inferiori e rogne burocratiche ridotte al minimo, ad un investimento diversificato su scala planetaria.
Ne ho parlato ampiamente nei giorni scorsi, se non hai letto dai uno sguardo alle mail precedenti.
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