E se Finisse Male?
Ormai mancano pochi giorni alle elezioni e, se devo essere sincero, non ho alcuna invidia nei confronti di chi sarà ministro nei prossimi mesi: saranno tempi estremamente difficili, la politica ormai è uno sport adatto solo per persone inconsapevoli o in mala fede.
Il 99,9% delle promesse della campagna elettorale, che neanche conosco nei dettagli, sarà disatteso perché lo scenario a cui andiamo incontro è l’esatto opposto di quello desiderato dai politici.
Essi, infatti, vorrebbero continuare con l’uso politico elettorale della spesa pubblica, la realtà li obbligherà probabilmente ad una riduzione forzata della stessa.
Il prossimo governo, se va bene, durerà un anno e poi crollerà a causa dei sondaggi negativi riguardanti i principali partiti che vinceranno le elezioni. Questi giudizi bloccheranno per tutto l’anno gli interventi richiesti dal buonsenso e dalle Istituzioni comunitarie e porteranno ad una rottura o ad un cambiamento.
Del resto, i governi in Italia quando va bene durano un anno e mezzo.
Al posto del governo espressione del risultato elettorale ci sarà un governo di unità nazionale o un governo tecnico che sarà chiamato a fare le riforme limitate troppo a lungo.
Quelle in essere più sensate, iniziate nell’ultimo biennio, saranno ritrattate o rallentate dal governo che entrerà in carica a breve, con enorme danno per il Paese.
Ci sono poche cose di cui sono sicuro ma su questa ci metto quasi la mano sul fuoco.
Se dovessi sbagliarmi le possibilità sono due, antitetiche tra loro:
- finiremo come l’Argentina, con governo italiano che non paga il debito per fare il dispetto ai mercati cattivi e dichiara bancarotta (ipotesi difficile ma non da escludere al 100%);
- improvvisamente la classe politica si dimostra all’altezza della situazione e la affronta con serietà. Me lo auguro almeno quanto te ovviamente.
Cosa cambia per il nostro portafoglio?
La politica mi interessa poco ma la salvaguardia degli interessi privati di chi vuol seguirmi è il mio lavoro.
Andiamo incontro a tempi difficili nei quali anche noi siamo chiamati a compiere delle scelte importanti e dall’elevato impatto sul nostro futuro.
La stragrande maggioranza degli Italiani è completamente impreparata per affrontare questo scenario, molti sono totalmente inconsapevoli del fatto che stanno giocando con il fuoco nella gestione del proprio patrimonio.
Dicono di avere paura per il futuro dell’Italia e continuano a mantenere in essere situazioni che, se non risolte, porteranno molto rapidamente verso l’uscita definitiva dal ceto medio-alto.
I politici eviteranno le riforme fino a che lo spread non arriverà alle stelle, noi invece le riforme le dobbiamo fare e, in tanti casi, possiamo ottenere risultati grandiosi senza tagli dolorosi.
Ma dobbiamo agire adesso, prima che sia troppo tardi: c’è ancora tempo ma la finestra, probabilmente, non sarà eterna.
Chest’è… come amo dire!
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