Obbligazione Unicredit 2037 – IT0005583643: Conviene Investire? Recensione Completa
UniCredit ha recentemente annunciato il lancio di un nuovo bond – codice ISIN IT0005583643 – rivolto al mercato retail, cioè ai risparmiatori privati. L’offerta è iniziata il 19 febbraio, probabilmente la banca punta a raccogliere nello stesso periodo in cui si parla tanto di BTp Valore e infatti il titolo sembra strizzare l’occhio alla medesima tipologia di investitori.
Ma quali sono le caratteristiche e i rendimenti di questa nuova obbligazione Unicredit? Conviene investire oppure no? Ci sono dei rischi? Scopriamolo insieme in questo articolo in cui, come di consueto, fornirò anche le mie opinioni.
In Questo Articolo Si Parla di:
Caratteristiche dell’obbligazione Unicredit 2037 – IT0005583643
Questa emissione, con una durata di 13 anni, si caratterizza per la sua formula a tasso misto, offrendo agli investitori la possibilità di beneficiare sia di un rendimento fisso iniziale sia di un tasso variabile successivamente.
La struttura dell’obbligazione prevede un tasso fisso del 7,7% annuo per i primi tre anni, dopo i quali il tasso diventerà variabile, agganciato all’Euribor a 3 mesi, con un minimo dello 0% e un massimo del 7,7%, pagabile su base annuale.
Il rendimento certo, pertanto, è del 7,7% annuo all’inizio e successivamente l’andamento sarà in linea con quello che offrirà il mercato: nel momento in ci scrivo l’Euribor a 3 Mesi fa segnare 3,93% con la previsione di un ribasso da qui a fine anni.
Molto probabilmente, salvo scossoni clamorosi, tra tre anni il rendimento di questo bond sarà molto più basso rispetto ai primi tre anni e, non a caso, la forbice che si è data Unicredit è tra 0% e 7,7%: ciò significa che non pagherà mai meno di zero ma non andrà mai oltre il rendimento del primo triennio.
Nel KID l’emittente ipotizza degli scenari di performance totali che, a lungo termine, vanno tra l’1,2% dello scenario estremamente sfavorevole al 5,5% massimo nello scenario più favorevole. Ciò vuol dire che, se tutto va bene, questa obbligazione renderà il 5,5% annuo lordo (4,07% netto) con un picco nei primi anni (7,7%) e una graduale discesa negli anni futuri.
L’investimento minimo per questa obbligazione è di 10.000 euro che corrisponderanno al valore di emissione (alla pari): il valore di rimborso a scadenza è garantito al 100% del valore nominale.
Ricordiamo che le obbligazioni corporate non godono dell’imposizione fiscale agevolata: le rendite finanziarie, dunque, sono tassate al 26%.
Facciamo un esempio. Supponiamo di investire 10.000€ e ottenere 770€ di rendimento annuo (è quanto previsto per i primi 3 anni): il nostro rendimento netto sarà di 569,80€ pari al 5,69%.
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Rischi
L’obbligazione è esposta al rischio di credito dell’emittente, come comune per prodotti di questo tipo. Dalla lettura del KID si evince un livello di rischio classificato come 3 su 7.
Oggettivamente è difficile ipotizzare un default di una banca così grande ma non è affatto impossibile e improbabile: ricordiamo molto vicine le vicende di SVB e di Credit Suisse del 2023.
Disinvestimento anticipato
Si può dismettere l’investimento prima della scadenza pagando una penale di uscita così calcolata:
- Nel primo anno si riceve il capitale senza gli interessi;
- Negli anni successivo al primo il costo è di 200€.
Conviene investire? Le mie opinioni
Questo prodotto si inserisce in un contesto in cui gli investitori, nonostante il calo dei tassi di interesse, cercano soluzioni capaci di offrire una protezione del capitale e allo stesso tempo un rendimento adeguato per contrastare l’inflazione.
Il taglio minimo di 10 mila euro è meno abbordabile di quello utilizzato per i BTP: probabilmente la banca vuole rivolgersi ad investitori più patrimonializzati.
Già da qui parte la prima riflessione: probabilmente non ha senso considerare un prodotto del genere se il nostro patrimonio è inferiore a mezzo milione di euro. Dico questo facendo un’operazione matematica banale: 10 mila euro rappresenterebbero il 2% di un patrimonio di questo tipo, l’1% di un patrimonio da 1 milione.
Esporsi su un singolo titolo oltre il 2% è generalmente poco consigliabile anche perché, con ogni probabilità, un patrimonio di una certa importanza dovrebbe avere già una discreta diversificazione fatta di fondi, etf o singoli titoli azionari o obbligazionari i quali, in qualche modo, incorporano già la categoria in cui bisogna iscrivere il bond Unicredit: obbligazioni corporate.
Una componente di obbligazioni corporate dovrebbe far parte di qualsiasi portafoglio ben diversificato e spesso, sia per ragioni fiscali che pratiche, potrebbe essere più saggio acquistare ETF o fondi che comprano “all’ingrosso” e in grandi quantità questi titoli.
Consideriamo poi una cosa: questo bond, secondo gli stessi scenari di performance che si evincono dal KID e di cui abbiamo parlato prima, renderà un 4,07% netto se portato a scadenza (5,5% lordo). Siamo di fronte ad un rendimento assolutamente “normale” se rapportato al mercato obbligazionario corporate, niente di “speciale” tale per cui sarebbe saggio esporsi direttamente e in grandi quantità per capirci.
Un titolo del genere potrebbe sicuramente tornare utile a chi cerca una rendita immediata dal proprio capitale: valuterei, però, sempre l’esposizione sul singolo titolo al fine di evitare un’eccessiva concentrazione.
Questo è quanto sul bond Unicredit, mi auguro che questo articolo ti sia stato utile.
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