La Televisione è Schiavitù: Spegni la TV per Cambiare Vita
Chi non guarda la televisione? Coloro che non utilizzano la tv appena rientrati a casa sono certamente pochi. Sebbene io stesso sia un contestatore del mezzo, ancora oggi guardo alcuni programmi (talvolta in streaming, in replica o a stralci su internet) e osservo di striscio i telegiornali, più che altro per esaminare quello che vedono gli altri e capire come potrebbero pensare.
Tuttavia si tratta di uno strumento che, per quanto utile, rappresenta una catena. Se vuoi cambiare vita e avere maggiori soddisfazioni dall’esistenza, l’unica strada possibile è spegnere la tv: questo ti aiuterà a trovare altre passioni o a coltivare meglio quelle che hai, a impiegare meglio le giornate in attività più produttive ed a ragionare con la tua testa, liberandoti degli schemi mentali che il mezzo ogni giorno ti propina.
Quanto tempo in media ogni italiano dedica alla televisione?
Secondo una ricerca francese pubblicata nel 2013, solo negli Stati Uniti la dipendenza dal piccolo schermo è più elevata.
La media giornaliera per ogni italiano è di 4 ore e 34 minuti spesi inutilmente davanti alla televisione, mentre i dati del Tv and Media Report 2016 del ConsumerLab di Ericsson raccolti sulla base di interviste fatte a oltre 30 mila persone (1,1 miliardo di consumatori) indicano che anche la tv on demand sta spopolando, surclassando la televisione tradizionale (per circa il 50% degli italiani)…
Sempre di tv si tratta!
Se consideri che la giornata media lavorativa è di circa 8 ore, guardare la tv è di fatto un impiego part-time per tante persone che sprecano circa 30 ore settimanali della loro vita in questo modo.
Immaginiamo, dunque, che un lavoratore ogni giorno impiega 8 ore per lavorare più 4 ore e mezzo davanti alla televisione: siamo già oltre a mezza giornata, a cui dobbiamo aggiungere circa 8 ore per dormire.
E’ incredibile: restano appena 4 ore da dedicare alla famiglia, agli hobby, al divertimento. Su 365 giorni, circa 70 se ne vanno davanti al piccolo schermo, buttati in una programmazione spesso scadente e poco istruttiva.
Perché gli italiani guardano la tv?
Non sono qui a voler dare una spiegazione plausibile, anche perché le dinamiche cambiano da persona a persona. Il digital divide con altri Paesi è vergognoso, soprattutto in alcune fasce d’età. I pensionati, ad esempio, hanno un accesso ad internet limitato e, dopo una vita di lavoro e sacrifici, trascorrono gli anni della pensione parcheggiati davanti alla televisione, specie nei mesi invernali in cui non possono uscire.
In tanti, per lavorare ed affrontare i problemi, non hanno potuto coltivare una passione: sono stati schiavi del lavoro e una volta andati in pensione si sono trovati ad affrontare una vita vuota da riempire appunto con l’aggeggio presente in tutte le case.
Molti altri, invece, seguono i programmi televisivi perché vogliono distrarsi dalle preoccupazioni: è il più importante compito che ha la tv.
Il piccolo schermo è scientificamente impostato per spingere le persone a non pensare, a delegare ogni forma di ragionamento critico: verso il capo al lavoro, verso le ingiustizie sociali, verso l’organizzazione statuale e democratica.
Tante persone credono che guardare la tv aiuti loro a scaricare la tensione della vita: non c’è niente di più sbagliato. Essa, infatti, li predispone ad essere docili, strafottenti, omologati alla massa non pensante.
Il livello culturale dei programmi è sempre più basso: una volta, ad esempio, approfondimenti come Super Quark venivano trasmessi molto più spesso, oggi invece li mandano in onda in estate o in pochissime occasioni.
Questo perché non li guarda più nessuno, perché il popolo di caproni costruito scientificamente in tanti anni non sente l’esigenza di istruirsi ma, al contrario, vuole staccare sempre più la spina per concentrarsi su cose frivole: è qui che fanno bingo Amici di Maria De Filippi, il Grande Fratello, l’Isola dei Famosi, programmi spazzatura sul come vestirsi, sposarsi o sul cosa mangiare.
La Tv come strumento del consumismo sfrenato
C’è di più: la televisione è uno dei principali strumenti di cui il consumismo si serve per dominare incontrastato. I personaggi sempre eleganti e ben vestiti, gli spot televisivi che rendono i brand delle vere e proprie icone, facendoli spesso penetrare nei modi di dire, l’atteggiamento teso ad addomesticare le persone rendendole docili sono funzionali allo sviluppo del mercato.
«Affinché un messaggio pubblicitario sia percepito, il cervello del telespettatore deve essere disponibile alla ricezione. Le nostre emissioni hanno per vocazione proprio questo: rendere i cervelli consenzienti. Divertirli, rilassarli tra un messaggio promozionale e l’altro. Quello che vendiamo a Coca-Cola e agli altri brand é il tempo del cervello umano ancora disponibile»
queste affermazioni, famose, furono pronunciate nel 2004 da Patrick Le Lay, allora direttore del canale televisivo francese TF1.
In poche parole il piccolo schermo ha la funzione di preparare l’individuo, di arare il terreno affinché il capitalismo permei nella sua vita lo abitui ad un determinato stile: l’acquisto di questo o quel prodotto è il frutto di chi riesce a parlare meglio ai consumatori addomesticati precedentemente.
Qualcuno potrebbe dire che la pubblicità è anche su internet: ed è vero, ma anche in questo caso si basa sui modelli televisivi che hanno segnato la nostra società. Il web, inoltre, nei suoi aspetti più degenerativi sta riproducendo su scala mondiale ciò che fanno già le televisioni: basta accedere a Google Trends per rendersi conto in tempo reale delle principali ricerche quotidiane in Italia e nel mondo sui motori di ricerca.
Il più delle volte le persone cercano programmi televisivi, anticipazioni di telefilm, reality show, notizie di gossip e notizie legate al calcio.
In pochi cercano informazioni su come inventarsi un lavoro, come liberarsi dalla schiavitù del capitalismo o come cambiare vita rivedendo le proprie convinzioni più radicate.
Ci sono sicuramente utenti che leggono quotidianamente, ma sono talmente pochi che i flussi non finiscono mai nella top ten di Google.
Cosa ci guadagno se smetto di guardare la televisione
Chi impiega trenta ore settimanali per guardare la televisione potrebbe, se disoccupato, sfruttarle per trovare un lavoro almeno a tempo parziale. Se non lo trova, potrebbe usarle per imparare un mestiere oppure per inventarsi un’attività da solo, facendo della propria passione un business.
Dentro ognuno di noi c’è questa capacità: solo che tanti preferiscono annichilirsi anche da un punto di vista lavorativo cercando un impiego fisso, monotono e ripetitivo che chieda loro unno sforzo fisico o mentale limitato e circoscritto a pochi aspetti.
Non è una denigrazione del lavoro, sebbene non sia da ritenersi che sia l’unica cosa nobile e necessaria, come il capitalismo vuole far credere al fine di avere sempre ulteriori risorse da drenare attraverso il meccanismo che mette in moto tramite la televisione.
Chi ha già un lavoro, invece, piuttosto che annichilirsi davanti alla televisione potrebbe dedicare più tempo alla famiglia e agli affetti. Se non ne ha, potrebbe leggere, avere più hobby: non si può solo lavorare, evitando di perdere tempo si può sempre trovare qualcosa da fare che non sia poltrire con il sedere davanti al piccolo schermo.
Vuoi Abbandonare la Zona di Comfort?
Perché la tv ci rende schiavi
Se non sei ancora convinto di quanto avete letto, prova a pensare quanto potresti essere più creativo e geniale. A come potresti ingegnarti meglio nel risolvere i tuoi problemi.
In Italia la disoccupazione oggi è al 10,9% e la crisi è per molti ancora forte, eppure in tanti non si impegnano affatto per imparare a fare qualcosa di diverso: si accomodano davanti alla tv e aspettano che cada dall’alto la soluzione ai problemi. Non è colpa loro, è il lavaggio del cervello unito all’inattività che li ha resi così.
Chi lavora pensa di non avere mai abbastanza soldi perché li butta in cose inutili: la macchina nuova, l’ultimo modello di iPhone, vestiti firmati, uscite il sabato sera in discoteca a bere schifezze per continuare a non pensare esattamente come gli altri giorni. Bere è un piacere, non un modo per non pensare: se non altro perché, per colpa della televisione, il cervello lo si usa già poco.
Spegnere definitivamente quel maledetto apparecchio ti aiuterà a riappropriarti della tua esistenza ed a cambiare vita.
La soluzione è molto più semplice di quel che pensi. Smetterai di ragionare con i titoli del telegiornale, inizierai ad essere curioso, a farti domande, ad essere creativo. Cosa stai aspettando?
Risorse Utili
Se vuoi cambiare vita, ti consiglio una serie di letture fondamentali:
- Migliori Libri di Crescita Personale
- La Finanza Personale in 4 Passaggi Super: Come Svoltare Definitivamente
- Libertà Finanziaria: Scopri Come Cambiare Definitivamente
In bocca al lupo!
4 Commenti
Andrea · 2 Agosto 2018 alle 11:40
Buongiorno Davide! Ho scoperto casualmente il tuo blog ieri e devo dire che mi piace! Mi piace come e cosa scrivi…complimenti!
Venendo all’articolo sono totalmente d’accordo con te!
Ho smesso di vedere i telegiornali 3 o 4 anni fa in quanto dicono unicamente ciò che vogliono far sapere, travisando spesso (o forse sempre) le notizie…gli altri programmi non li considero neanche (GF, isole varie e schifezze simili)
Sono costantemente alla ricerca di documentari ma è sempre più ostico trovarli e leggo quanto più possibile libri sulla crescita personale (finanza/trading/psicologia/medicina cinese ecc…)
Sono lontanissimo dalle 4 ore e mezza al giorno di TV ma cercherò comunque di tenerla spenta il più possibile dopo aver letto il tuo articolo così magari troverò il tempo di finire i libri in coda 😀
Ti auguro buona vita!!!
Davide Marciano · 2 Agosto 2018 alle 13:59
Ciao Andrea, grazie del feedback: sei già sulla buona strada per farti gli affari tuoi alla grandissima! 😉
silvano · 24 Luglio 2018 alle 15:28
Salve,
ottimo articolo! Mi trova completamente d’accordo, la televisione è un parassita che ci distrugge il cervello e ci rende come dei contenitori da riempire con gli spot pubblicitari. Da molto tempo guardo la televisione il meno possibile, anche perchè mi nausea la quantità straripante di pubblicità, sulle tv commerciali, ma soprattutto sulla rai: paghiamo il canone e siamo sommersi dagli spot pubblicitari, è scandaloso! Ma se mi guardo attorno, constato che ormai c’è una triste assuefazione alle tv e le persone non fanno neanche più caso alla pubblicità, anzi aspettano che arrivi l’appuntamento serale con c’è posta per te, amici, il grande fratello e compagnia bella. Questa è la triste legge del consumismo. Ahimè.
Saluti
Davide Marciano · 24 Luglio 2018 alle 16:47
Ciao Silvano, l’importante è esserne consapevoli: questo è già il primo passo avanti!