Diventare SEO e Guadagnare Online: Intervista con Filippo Jatta
Chi segue Affari Miei sa che il blog è molto ben lieto di raccontare storie di auto imprenditorialità. La sezione guadagnare online è figlia dell’idea di base che, per farsi gli affari propri, occorre rimboccarsi le maniche: nell’intervista di oggi abbiamo il piacere di ospitare Filippo Jatta, esperto nel campo della SEO ed autore del blog JFactor.it. Come tanti addetti ai lavori, Filippo ha iniziato quasi per caso ed è stato man mano risucchiato dal vortice del web divenendo un esperto.
La sua testimonianza può essere una valida risposta a chi vuole diventare SEO di professione e non sa da dove iniziare oltre che una buona lettura per tutti coloro i quali desiderano guadagnare online allestendo dei veri e propri business sul web.
Ciao Filippo, benvenuto su Affari Miei. Come ti sei avvicinato al mondo del guadagno online e della SEO?
Mi sono avvicinato a questo mondo grazie a un amico, Matteo, che mi ha dato l’idea di sfruttare la SEO e i motori di ricerca per ottenere tanti visitatori su siti web opportunamente monetizzati. Ho anche collaborato con lui nel primo periodo. Insomma, è merito di questo mio amico 🙂
Quale metodo di monetizzazione adotti sul tuo blog?
Il mio blog, JFactor.it, ha lo scopo di mostrare sull’enorme vetrina di internet i miei servizi: i servizi SEO, sia operativi che di consulenza, e i miei corsi SEO professionali, sia base che avanzati. Quindi guadagno quando un contatto acquista tali servizi. Il sito non punta infatti né sui banner pubblicitari né sulle affiliazioni.
Che strategie hai utilizzato per aumentare la visibilità del blog oltre alla SEO?
Innanzitutto, come ovvio, la SEO stessa. Anche se non ho molto tempo per posizionare il mio blog, quando ce l’ho vi lavoro per aumentarne la visibilità su Google.
Tuttavia a breve inizierò una seconda fase: quella dell’utilizzo della pubblicità a pagamento (Adwords, Facebook) per pubblicizzare JFactor e aumentarne la visibilità.
Non sono uno specialista in questo. E’ un mondo da scoprire per me, ma sono interessato ad approfondire anche questa possibilità. Il segreto sta tutto nell’avere un blog che converta maggiormente rispetto alla spesa in pubblicità. Intendo quindi lavorare sia sull’ottimizzazione della pubblicità a pagamento (a livello di testi, immagini, target, ecc), che sull’ottimizzazione del blog.
Ottimizzazione non in senso strettamente SEO, ma ottimizzazione per quanto riguarda le conversioni. Non sarà un lavoro facile ma sono certo che potrà portare bei risultati.
Ho conosciuto JFactor cercando su Google “guadagnare online”…Perché tu non ci sei più? Tra l’altro, guardando con occhio da addetto ai lavori, scalare quella dannata serp sembra proprio difficile…
Domanda interessante! All’inizio avevo pensato a JFactor in questo modo: creo un blog sulla SEO e in una pagina specifica da posizionare su Google mostro come creare un blog e fare SEO per guadagnare online. Quindi ho posizionato la pagina “guadagna con me” di JFactor in prima pagina per “guadagnare online” e molte altre parole chiave simili.
Errore di business: molta gente mi contattava per ringraziarmi e dirmi che grazie ai miei suggerimenti era riuscita ad ottenere dei buoni risultati SEO. E fin qui tutto bene, ok, ero soddisfatto. Ma la pagina “guadagna con me” diminuiva la professionalità del mio blog.
Quindi liberi professionisti e responsabili di e-commerce, che cercavano un SEO cui affidare il proprio progetto e capitavano sul mio sito, erano titubanti nel contattarmi, a causa della presenza della pagina “guadagna con me”. Insomma, anche se ricevevo molto traffico quella pagina mi toglieva professionalità.
Inoltre si trattava di una query non strettamente legata al mio business e anche competitiva, per la quale servono diversi sforzi per posizionarsi. Per questo motivo l’ho eliminata e ho posizionato JFactor per parole chiave strettamente legate alla SEO, come “SEO Bari”.
Vediamo ora come si è evoluta la SERP così ti dico perché è così difficile posizionarsi: intanto i siti sono molto ottimizzati per questa ricerca a livello di titoli, contenuti ecc. Persino i domini talvolta contengono le parole chiave alle quali puntano.
Una parte dei siti che sono presenti, i primi 3 attualmente, erano ben posizionati anche quando JFactor era in prima pagina per questa ricerca. Altri siti si stanno posizionando con lo spam. Addirittura uno di essi reindirizza a un altro dominio. Un altro, invece, ad esempio, ha un gran numero di link, anche se palesemente a pagamento e con anchor text molto ottimizzate. Insomma si tratta o di siti vecchi o autorevoli (es quello di Aranzulla), oppure di siti che usano tecniche blackhat o quasi. Questi ultimi sono a rischio di penalizzazione Penguin, certo, ma fin quando non vengono penalizzati son difficili da spostare da lì. Quando c’ero io la situazione era più o meno analoga 🙂
Domanda per coloro che operano sul web o che vorrebbero diventare imprenditori digitali. Come vedi il web tra 5 anni? Credi arriveranno nuove forme di monetizzazione?
Beh, io distinguo le forme di monetizzazione in 3 tipologie: banner pubblicitario, affiliazione (quindi promozione di prodotti/servizi offerti da terzi) e offerta di propri prodotti/servizi. Nei prossimi 5 anni vedo i banner in ulteriore calo, dato che la gente li clicca sempre meno. Sempre più persone, inoltre, prenderanno coscienza che i primi risultati delle SERP di Google sono pubblicità, e il loro CTR potrebbe per questo diminuire.
Senza considerare i vari plugin che bloccano i banner. Secondo me l’errore di Google è stato quello di riempire di pubblicità Youtube. Fondamentalmente i banner sui siti web non davano fastidio, e nessuno o quasi installava un plugin apposta per impedirne il caricamento e la visione.
Le pubblicità nei video invece sono state eccessive, e la risposta degli utenti non si è fatta attendere, con l’arrivo di Adblock e simili. Questi però bloccano anche i normali banner presenti sui siti, rendendo la vita difficile ai blogger che li usano come forma di monetizzazione, e dando qualche grattacapo allo stesso Google.
In concomitanza col fatto che l’algoritmo di Google è sempre più intelligente, poi, i cosiddetti siti MFA (made for adsense, cioè che vengono creati appositamente per guadagnare con i click ricevuti sui banner) subiranno un ulteriore calo, dato che se si fa tanta fatica per posizionarsi è meglio sfruttare la cosa al massimo, creando un sito di qualità e che guadagni offrendo prodotti o servizi. Beh questa è una previsione che lascia il tempo che trova, diciamo che se dovessi scommettere 1 euro punterei su quanto ho detto. Ma non punterei più di 1 euro, appunto!
Conclusioni
Grazie a Filippo Jatta per l’intervento. Abbiamo visto alcuni spunti utili per chi vuole diventare SEO o, comunque, vuole svolgere una professione attinente: evitate di posizionarvi sulle key indicate dal nostro amico perchè rischiate di raccogliere pochi clienti.
Per ciò che concerne gli altri aspetti del business sul web, le riflessioni poste da Filippo sono sicuramente interessanti: staremo a vedere, nei prossimi mesi, se Google ed i suoi concorrenti sapranno adottare delle contromisure alle criticità evidenziate.
1 Commento
giuseppe · 2 Aprile 2017 alle 12:56
Articolo interessante. Ma io non ho ancora capito il percorso di formazione che bisogna attuare per intraprendere questa strada. Ci sono università, corsi specifici a pagamento ecc? Cioè una persona nel concreto che deve fare all’inizio se vuole muovere i primi passi in questo settore?