Rendita Vitalizia su Assicurazione sulla Vita: Che Cos’è e Come si Calcola
Avete mai sentito parlare della rendita vitalizia? Chiunque stipuli una polizza sulla vita, una volta raggiunta la fine del contratto, si ritrova davanti diverse opzioni tra cui scegliere per decidere come usufruire del premio versato in tutti gli anni del contratto. Si tratta di una valutazione importante che chiude un lungo percorso avviato talvolta decenni prima.
Ciò significa che l’assicurato può decidere di convertire il montante maturato in rendita o in capitale. Quali sono le differenze?
Se si decide per la rendita vitalizia, il cliente riceverà annualmente una somma prestabilita per il resto della sua vita una volta raggiunti determinati requisiti definiti contrattualmente al momento della sottoscrizione.
La rendita vitalizia viene applicata quando si aderisce ad un fondo pensione o ad un piano individuale pensionistico al termine del periodo di permanenza che, nei casi della previdenza complementare, coincide con la durata della vita lavorativa.
La cifra da ricevere mensilmente viene decisa attraverso il cosiddetto coefficiente di conversione, che si basa sulle tabelle di mortalità e quindi sulle probabilità esistenti al momento di essere in vita dopo una certa età.
Altra variabile che influenza tale coefficiente è la rateazione della rendita. Quest’ultimo è solitamente scelto del tutto liberalmente dalle agenzie assicurative private.
Il vitalizio terminerà alla morte dell’assicurato, esiste quindi il rischio concreto di perdere tutto il resto del denaro accumulato in anni e anni di assicurazione.
Esistono però degli escamotage per evadere questo rischio. Il cliente può infatti avvalersi delle seguenti tipologie di rendita:
- Rendita certa per un certo numero di anni: questa opzione elimina completamente il rischio appena descritto, poiché prevede il versamento del vitalizio per un determinato periodo di anni, solitamente 5 o 10, a prescindere dal decesso o meno dell’assicurato. In caso di morte di quest’ultimo infatti, il vitalizio continuerà ad essere versato ad un’altra persona designata dal cliente;
- Rendita reversibile: anche in questo caso il problema del decesso viene bypassato concedendo il vitalizio dopo la morte dell’assicurato ad un’altra persona scelta. In tal caso non sono stati però decisi un numero definito di anni come nella rendita certa.
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Richiedere uno di questi due tipi di versamento comporta comunque delle spese, poiché l’assicurazione dovrà garantire il versamento per un certo numero di anni e addirittura garantire questo vitalizio a due persone anziché una sola.
Se invece non si desidera ricevere una rendita vitalizia annuale ma tutto il capitale messo da parte fino a quel momento nell’immediato, allora si può richiedere di effettuare questa operazione alla compagnia assicuratrice oppure si può richiedere un differimento.
Con il differimento si autorizza praticamente l’agenzia a spostare di alcuni anni il rilascio del denaro che spetta di diritto all’assicurato, così da godere ancora per altri anni dei rendimenti della gestione separata o del fondo interno.
Le scelte quindi da poter effettuare una volta scaduta la polizza vita sono molte, e tutte tendono ad andare incontro ai diversi bisogni del cliente.
Attenzione: il ragionamento espresso finora può variare per le polizze vita ma non per fondi pensione e piani individuali pensionistici.
In questi casi si applica la normativa sulla previdenza complementare che prevede la possibilità di ottenere in anticipo il 50% del capitale ed il resto del versato come rendita.
Non è possibile in alcun modo, tranne nei casi precisi fissati dalla legge ed indicati nella guida suggerita ad inizio articolo, ottenere tutti i soldi versati.
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