Eurobond in Rubli: Come Mosca cerca di Sfuggire al Default
Se seguite le notizie, sapete che gli Stati Uniti avevano permesso alla Russia di pagare leggermente in anticipo i bond per proteggere gli investitori stranieri. Tale permesso non è stato rinnovato, e così ha smesso di essere valido il 25 maggio 2022, data fino alla quale gli investitori americani hanno potuto ricevere pagamenti in dollari dalla Russia sugli Eurobond.
A queste rinnovate condizioni, Mosca corre il rischio di incorrere nel default tra meno di un mese, periodo entro il quale scadrà il periodo di grazia di 30 giorni per due titoli di Stato denominati in euro e in dollari.
Ad onor del vero, soltanto il titolo in dollari è davvero a rischio, poichè il termine della sopracitata eccezione a favore della Russia incide soltanto sulle entità USA, senza contare che il bond in euro fu emesso con una clausola in base a cui la Russia potrà provvedere alternativamente al pagamento in rubli.
Eurobond Russia: ufficiale il default?
Il vero problema non sono i soldi in sè (parliamo di 100 milioni di dollari), ma è che nessun istituto bancario potrà girare i pagamenti in dollari ai creditori statunitensi e questo porterebbe al primo default sul debito estero dal lontanissimo1917.
Come sta cercando di salvarsi Mosca? Il Tesoro russo ha avanzato una proposta per salvare la faccia davanti ai creditori stranieri: una soluzione un po’ contorta ma che potrebbe avere un senso, ovvero far aprire loro un conto presso una banca russa per poi ricevere grazie all’appoggio all’Istituto i pagamenti in rubli sugli Eurobond.
Una novità? No di certo, si tratta di un escamotage già adottato per la questione del gas con i clienti europei, anche se al contrario.
La Russia, infatti, effettuerebbe i pagamenti nella valuta in cui sono dovuti, depositandoli sulla banca in loco, la quale avrà il compito di farli arrivare agli obbligazionisti previa conversione in rubli.
E i rendimenti?
Nel frattempo gli Eurobond stanno continuando ad arretrare sul mercato secondario. Basta vedere i dati: la scadenza 4 aprile 2042, che era già stata in pericolo per il rischio di default del mese scorso, oggi tratta ad appena 22 centesimi di dollaro, ma ha anche toccato minimo di 19 cent.
Con questi numeri, il rendimento lordo annuo è del 34%, nulla se paragoniamo il valore a quello delle scadenze più prossime, le quali superano soglie del 200%.
Come si traduce ciò? Semplice, il rischio di fallimento della Russia è altissimo, specialmente perchè non è detto che i creditori americani accetteranno di aprire un conto in Russia per ricevere rubli.
Entro la fine del 2022, Mosca dovrà pagare 2 miliardi di dollari ai suoi obbligazionisti, una somma che può tranquillamente permettersi nonostante i congelamenti e le sanzioni.
Tuttavia il problema resta tecnico: se non ci sono banche fiduciarie con la possibilità di accettare i pagamenti in dollari per via delle sanzioni, i pagamenti non potranno essere fatti.
Insomma, il rischio di Default non è assolutamente ancora sventato.
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