I Migliori 10 Paradisi Fiscali Europei e Mondiali: Dove Portare i Soldi all’estero?
Panama Papers, Paradise Papers, tassazione minima per giganti del digitale e di Internet come Amazon, Apple e Google. I paradisi fiscali sono tornati prepotentemente alla ribalta.
Imprenditori medi e grandi, grandi società finanziarie e del mondo digitale, addirittura capi di stato coronati: tutti si sono concessi l’avventura di società in nazioni e stati che impongono tasse e imposte a livelli assolutamente minimi, spesso vicini allo zero.
Ho preparato per te una lista dei 10 migliori paradisi fiscali in Europa e nel Mondo, scegliendo in realtà tra decine di paesi che offrono regimi fiscali decisamente più convenienti di quelli del mondo sviluppato.
I migliori paradisi fiscali europei
La metaforica serpe in seno, ovvero un gruppo di stati e staterelli che sono tutto fuorché repubbliche delle banane e che continuano ad attirare enormi capitali proprio per una fiscalità di estremo favore, soprattutto se paragonata a quella dei limitrofi stati classici.
1. Lussemburgo
Il paradiso fiscale per eccellenza in Europa. Confina con Belgio, Francia e Germania e il grosso del mezzo milione di abitanti è tutto impiegato in servizi finanziari, assicurativi e di gestione del capitale.
La quasi totalità delle holding che controllano la grande industria e i servizi degli stati europei.
Anche Amazon e altri giganti del digitale gestiscono l’interezza delle loro operazioni sul territorio europeo direttamente dal Lussemburgo, paese molto forte politicamente anche all’interno dell’Unione.
Il carico fiscale, almeno sulla carta, non è bassissimo: si arriva circa del 29% di tassazione sulle persone giuridiche, anche se per le holding e per le aziende che hanno principalmente rendite finanziarie come income la tassazione è praticamente nulla.
Il Lussemburgo è dunque la destinazione perfetta per chi ha grosse società sul territorio europeo e vuole gestirle tramite una holding direttamente dal paese.
2. Isola di Man
Piccolissima isola che deve la sua fortuna al fatto che, già sul finire dell’800, moltissimi business man inglesi vi trasferirono le proprietà immateriali grazie all’assenza di imposta sulla successione.
Oggi l’Isola di Man offre un piano fiscale estremamente conveniente:
- nessuna tassa fino alle prime 10.000 sterline inglesi;
- tasse fino al 10% per le successive 10.500 sterline;
- tasse fino al 20% per la rimanenza.
Parliamo di abbattimento del carico fiscale di oltre il 50% rispetto alla media europea, motivo per il quale sono moltissime le medie e grandi imprese che hanno trasferito qui il proprio centro amministrativo.
3. Monaco
Il Principato è invece la scelta preferita dai liberi professionisti che vogliono godere di una tassazione personale minima.
Sono moltissimi i piloti, gli artisti e gli esperti di finanza che si sono trasferiti a Monaco proprio per la praticamente assente tassazione sul reddito personale.
È però molto meno semplice di quel che sembra: bisogna poter dimostrare l’effettiva residenza nel Principato, pena conti molto salati nel paese di residenza effettiva.
Vivere a Monaco non è comunque facile: è vero che non si pagano praticamente tasse, ma il costo anche di un modesto immobile supera facilmente il milione di euro.
4. San Marino
Le cose sono cambiate radicalmente rispetto a qualche anno fa, quando San Marino e le sue banche erano blindate agli occhi del fisco italiano.
Oggi c’è una collaborazione fattiva, anche se chi ha un’organizzazione stabile nella piccolissima repubblica può godere di regimi impositivi molto più vantaggiosi di quelli italiani.
San Marino è diventata il luogo d’elezione per le aziende che vendono online, che mantengono magazzini nella Repubblica per poi lavorare principalmente con l’Italia.
Il vantaggio principale è l’assenza di IVA, con una misera tassa sulle importazioni, la cosiddetta monofase, che è del 17%. La tassazione rispetto all’Italia, con una configurazione corretta, può essere più bassa anche del 90% rispetto all’Italia.
5. Inghilterra
Sì, l’Inghilterra può essere considerata una sorta di paradiso fiscale, soprattutto per chi gestisce imprese finanziarie e di sevizi.
La tassazione è relativamente bassa per le imprese: il 20% secco, molto meno rispetto a quello che si paga in Italia se si gestisce una società di capitali.
I migliori paradisi fiscali del mondo
I paradisi fiscali, come prevedibile, non si trovano soltanto in Europa. I paesi caraibici su tutti offrono dei piani fiscali particolarmente convenienti, che hanno attratto praticamente da sempre grandi capitali dagli Stati Uniti e dal Canada.
Di seguito ti presento i migliori paradisi fiscali su scala mondiale, che spesso offrono progetti di imposizione così blandi da far impallidire i pur validi paradisi fiscali europei.
1. Bermuda
Famose non solo per il triangolo, questo gruppo di isole sono un paradiso fiscale in piena regola.
Segreto bancario totale: per le banche è illegale diffondere informazioni sui titolari dei conti. La tassazione sulle società di capitali è zero: questo vuol dire che una holding in questo paese deve pagare esattamente zero all’erario locale.
2. Bahamas
Paese da sogno non solo per le vacanze, ma anche per chi ha capitali da “nascondere” alle grinfie del fisco.
Nessuna imposta sulle società, nessuna imposta sulle persone fisiche, nessuna imposta sulle plusvalenze. Un paradiso fiscale a tasse zero e da sempre mira dei principali stati mondiali.
3. Mauritius
Altra località assolutamente paradisiaca. La conosciamo come luogo straordinario per le vacanze, anche se è anche terra di holding e di controllate.
I grandi gruppi finanziari del mondo hanno tutti delle controllate importantissime alle Mauritius, per beneficiare di una fiscalità di assoluto vantaggio.
Sulla carta la tassazione sulle imprese sarebbe al 15%, ma in realtà il paese stipula delle convenzioni speciali che possono portare la tassazione a poche decine di migliaia di dollari anche di fronte a fatturati di miliardi.
4. Delaware
Uno degli stati americani meno conosciuti, ospita su un territorio che è poco più grande del Molise oltre 1 milione di imprese.
No, non si tratta di un territorio particolarmente produttivo, ma semplicemente di uno stato americano che, sfruttando un cavillo, riesce a non imporre tasse statali.
Si pagano 100 dollari sulle imprese in generale e 250 dollari aggiuntivi sulle limited company, ovvero le nostre LTD.
5. Cayman
Il paradiso fiscale per eccellenza, quel giusto mix di campi da golf, palme, spiagge bianchissime e tassazione assente.
Alle Cayman sono presenti centinaia di migliaia di imprese, sia attive sul mercato americano che su quello europeo.
Si possono mantenere aziende senza alcun tipo di costo, a patto che ovviamente si sia alle Cayman per motivi di impresa. Muoversi come piccola impresa da quelle parti non ha però senso: c’è bisogno comunque di rivolgersi a professionisti che fanno salire i costi di una gestione da quelle parti.
Irlanda, Svizzera e i “decaduti” paradisi fiscali europei
Due paesi che vengono inclusi tendenzialmente in ogni lista di paesi fiscali e che si trovano a due passi da casa nostra meritano un discorso sicuramente diverso.
Sia la Svizzera che l’Irlanda sono ormai sotto lo scrutinio dei paesi confinanti e dei paesi dell’Unione Europea.
Non è più possibile pensare di avere capitali in Svizzera senza che ne abbia contezza il fisco italiano e per quanto riguarda l’Irlanda le tasse sono estremamente convenienti soltanto quando si riesce a stipulare un accordo diretto con il paese, che è stato il caso di Google, Amazon e Apple.
Per chi si muove in qualità di medio o grande imprenditore, senza però poter garantire volumi assolutamente esorbitanti, opera un regime sì più conveniente di quello italiano, ma sicuramente non di estremo favore.
Conclusioni
Il motivo per il quale vuoi portare i soldi all’estero, francamente, non mi interessa. Se sei un imprenditore con un’azienda attiva su più Paesi e cerchi una realtà che ti agevoli da un punto di vista fiscale ti posso capire.
Se hai tanti capitali che vuoi nascondere per affari tuoi, non di certo sta a me chiedere il perché, reprimerti o punirti.
Se sei un delinquente che deve portare denaro sporco altrove, posso farci ancora meno: mi auguro che procedano le autorità preposte, ammesso che lo vogliano davvero!
La mia opinione è che fino a quando ci si muove nella legalità è diritto di ogni privato o azienda cercare di pagare meno tasse possibili: vero è, però, che se tutti ci sottraiamo al nostro dovere di contribuenti, a perderci è la collettività.
Vorrei scrivere tanto altro ma questo blog è orientato alla cura dell’interesse individuale più che collettivo: a me interessa solamente tirar fuori un elenco di paradisi fiscali, la fase attuativa non mi compete.
In bocca al lupo!
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