Azioni Privilegiate, Cosa Sono? Ecco le Differenze con le Azioni Ordinarie
Torno a parlare di diritto societario e di investimenti, affrontando un tema purtroppo spesso colpevolmente ignorato quando si parla sia di mercato azionario sia di investimento in società. Parlerò infatti delle azioni privilegiate, una delle tipologie standard di azioni delle SPA previste dal nostro ordinamento.
Che si intende per “privilegiate”? Quali sono i vantaggi che offrono? Ci sono degli svantaggi? È possibile investire con questo strumento? Perché vengono emesse?
In Questo Articolo Si Parla di:
La base normativa delle azioni privilegiate
Come ho detto in apertura, le azioni privilegiate sono una tipologia di azione (e dunque di quota societaria all’interno delle SPA, qui trovi la guida di approfondimento) che incorpora diritti aggiuntivi ed è tra le azioni non ordinarie una di quelle comunque standard individuate dal nostro codice civile.
È l’articolo 2350, al comma 1, a fare da base per l’esistenza di tale azioni: “salvi i diritti stabiliti a favore di speciali categorie di azioni”. Ci si riferisce alla parte di utile da distribuire e del patrimonio netto, e dunque le azioni privilegiate possono avere, anche se non sempre, anche dei diritti superiori di carattere patrimoniale.
Più in generale viene concessa alle società la piena autonomia negoziale e di organizzazione, anche per tramite delle cosiddette azioni privilegiate, senza che questo sia contrario alla legge.
I diritti patrimoniali aggiuntivi
I diritti patrimoniali aggiuntivi riconosciuti a favore delle “azioni privilegiate” possono essere di diverso tipo: gli si può attribuire una porzione maggiore degli utili da distribuire, possono offrire un dividendo cumulabile, gli si può riconoscere anche il diritto a recuperare utili precedentemente non distribuiti in mancanza di utili.
È dunque vantaggioso, anche se non è sempre questa la configurazione che assumono le azioni privilegiate, sotto il profilo squisitamente economico detenere azioni privilegiate rispetto a quelle ordinarie.
Il limite del patto leonino
Vale la pena di ricordare che anche nel caso dell’emissione di azioni privilegiate, vale il limite del cosiddetto patto leonino, formula che nella nostra giurisprudenza indica il patto teso ad escludere uno o più soci dalla partecipazione agli utili o alle perdite.
Questo vuol dire che in alcun modo le azioni privilegiate possono escludere dal godimento degli utili i soci che possiedono azioni ordinarie o di risparmio.
Non tutte le azioni privilegiate sono uguali
Sopra ho fornito un numero di diritti patrimoniali che possono essere attribuiti alle azioni privilegiate. Vale la pena di specificare, a scanso di ogni tipo di equivoco, che l’organizzazione dei diritti aggiuntivi delle azioni privilegiate non è standard.
Con questo voglio intendere che ogni azione privilegiata, ovvero da azienda ad azienda, può incorporare o meno alcuni dei diritti che ho sopra elencato.
I diritti patrimoniali che vengono attribuiti ai detentori non sono dunque standard: possono allargarsi e restringersi a seconda dell’organizzazione che alle azioni privilegiate l’azienda che le ha emesse ha voluto dare.
I diritti di voto sono compressi
Alle azioni privilegiate mancano però i pieni diritti di voto. Tipicamente i detentori di queste azioni possono votare soltanto durante le assemblee straordinarie, e non durante quelle ordinarie.
Poco male, perché quando investiamo, a meno di non voler acquistare quote rilevanti per il controllo o per lo spostamento rilevante di voti in assemblea, poco ci interessa investire.
I diritti patrimoniali di un’azione sono sempre da preferirsi rispetto a quelli di carattere amministrativo, soprattutto se il capitale che siamo disposti ad impiegare è di piccola entità.
Se vuoi approfondire la sezione dedicata agli investimenti, leggi le mie guide e scopri come far fruttare i tuoi risparmi… Buon proseguimento su Affari Miei!
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