La Grande Inversione di Trend: Tutto Ribaltato dalla Pandemia a Oggi?!
Ecco alcuni dei principali trend che si sono affermati durante la pandemia:
- Crisi dei lavoratori, con troppe offerte di lavoro e troppe poche persone pronte ad accettarle soprattutto negli Stati Uniti;
- Immobili alle stelle, con alcuni mercati già in salute dove i prezzi sono saliti ulteriormente e mercati in cattiva salute dove i prezzi sono tornati a crescere per la prima volta dopo anni;
- Bolla NFT e crypto, che poi è esplosa in grande stile insieme a quella dei vari titoli come Zoom, PayPal e via discorrendo.
Abbiamo già parlato del terzo elemento nelle settimane scorse, per cui oggi vorrei concentrarmi sui primi due. Già, perché se sei rimasto ai tempi della “crisi dei lavoratori” e del “boom immobiliare”, sappi che ormai siamo molto vicini a superare anche questa fase.
Walmart e Amazon, i due più grandi venditori al dettaglio negli Stati Uniti, sono stati due dei principali protagonisti della crisi dei lavoratori. A colpi di miglioramenti nei contratti hanno cercato di rastrellare tutta la forza lavoro possibile, per poi risvegliarsi nel 2022 con un problema evidente: troppi lavoratori, troppo pagati, che stanno erodendo eccessivamente i profitti.
Reality Labs, la divisione di Facebook che si occupa di realtà aumentata e metaverso, ha annunciato la sospensione delle assunzioni. Attualmente pesa per il 17% sulla forza lavoro totale di Meta, molto più del 5% del 2017. Quando gli azionisti chiedono risultati, persino Zuckerberg deve rallentare la sua corsa al metaverso.
Ma sono tantissime le aziende tech che ora passano dal boom della pandemia ai licenziamenti: la molto promettente Carvana (una favorita degli hedge fund), Vroom (-96% rispetto alla IPO del 2020), Doma (quotata con SPAC nel 2021), Robinhood, Netflix, Noom, DataRobot, Zwift e l’elenco non finisce qui.
E il boom dell’immobiliare?
Come sempre ci vorrà un sacco di tempo prima che escano i dati relativi all’Italia, sempre in tempo per essere totalmente inutili salvo per il valore storico di futura memoria.
Negli Stati Uniti, però, le misurazioni sono molto più frequenti e ci dicono che le compravendite immobiliari ad aprile sono calate del 2,4%: il valore più basso da due anni a questa parte. Nel frattempo i prezzi dei mutui vanno su insieme ai tassi di interesse, rallentando ulteriormente il mercato.
I prezzi rimangono alti negli States, ma i costruttori rassicurano: ora i materiali sono di nuovo reperibili e i loro prezzi sono in calo, per cui il lato dell’offerta si prepara a tornare a lavorare come prima della pandemia nei prossimi mesi.
Nel frattempo le ricerche per case in vendita su Google sono calate di oltre il 10%, e il colosso Redfin conferma che le chiamate dei compratori ora arrivano a intervalli sempre più lunghi.
Attenzione a non fraintendere: i prezzi delle case negli Stati Uniti sono inaccessibili per una larga fetta della popolazione ed è tempo che da un mercato surriscaldato si ritorni a un equilibrio. Non stiamo parlando di uno scenario da crisi del 2008, almeno per il momento. Si tratta di una sana correzione.
Il punto è un altro: le “certezze da pandemia” non ci sono più. I trend si stanno invertendo e molti si sono già invertiti. La chiusura e riapertura dell’economia continua a causare onde d’urto: prima tutti erano in casa e non compravano automobili, dopodiché tutti sono usciti e hanno comprato un sacco di automobili, ora lo Stato deve pagare i cittadini per fargliele comprare. Alti e bassi molto volatili, più che dolci ritorni alla normalità.
Questo è un nuovo scenario ed è fatto così, bisogna accettarlo. Il pendolo economico oscilla in modo ampio e veloce, ma interessante: è la tipica situazione di caos da cui nascono le opportunità.
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