3 Motivi per cui i mercati azionari non hanno ancora toccato i minimi
Dopo il crollo dei mercati finanziari tra fine febbraio e metà marzo abbiamo assistito ad una netta ripresa. I principali indici azionari hanno conosciuto una crescita importante, come mostrato dal grafico dello S&P500 che trovi qui.
L’ottimismo ha preso alcune persone, anche Affari Miei ha dedicato alcune considerazioni. Altri investitori, invece, si stanno mangiando le mani perché pensano di aver perso l’occasione di comprare in un buon momento.
Chi ha ragione?
In borsa è sempre difficile fare delle previsioni ma ci sono degli scenari che ci possono portare a fare dei ragionamenti e individuare almeno 3 motivi per i quali i mercati azionari potrebbero continuare a scendere e addirittura potrebbero non aver toccato il minimo.
Vediamoli insieme.
#1 Sappiamo ancora molto poco sul Covid-19
Sebbene stiamo vivendo in prima persona quanto siano importanti le misure di allontanamento sociale, i ricercatori non hanno ancora una via univoca di trattamento concreto del problema o un vaccino antivirale, sono ancora nella fase dello studio.
I ricercatori non sono inoltre sicuri che il virus si ritirerà durante i mesi più caldi come la maggior parte degli altri virus o se persisterà per tutta l’estate e l’autunno.
Dal momento che non vi è alcun precedente a questa malattia, né alla risposta globale sulla scia di questa pandemia, c’è incertezza su quando gli Stati Uniti e le economie globali torneranno alla normalità. Questa incertezza influirà negativamente sulle abitudini di spesa dei consumatori e peserà sicuramente sui risultati operativi delle società quotate in borsa.
Fino a quando non sapremo molto di più su COVID-19, facciamo fatica a vedere come il mercato azionario può avanzare più in alto.
#2 Ricavi in picchiata nel primo trimestre
I risultati operativi per il primo, il secondo e forse anche il terzo trimestre saranno brutti per le principali aziende del mondo. Secondo il recente rapporto “Earnings Insight” di FactSet Research Systems per le società facenti parte dell’indice S&P 500, il calo stimato degli utili per l’indice a base ampia nel primo trimestre 2020 è del 10%.
Per dare un’idea, FactSet aveva previsto una crescita degli utili del 4,3% per il primo trimestre 2020 all’inizio dell’anno in condizioni normali.
Per l’economia in generale, le notizie sono ancora meno incoraggianti.
Secondo Goldman Sachs ci sarà una contrazione del 34% del prodotto interno lordo (PIL) reale del secondo trimestre. Sempre per avere un’idea comparativa, JPMorgan Chase ha messo in atto un approccio “ottimista” tra le grandi banche e prevede “solo” un calo del 25% del PIL reale del secondo trimestre dell’anno.
Con le attività non essenziali chiuse in gran parte del mondo e senza un calendario preciso su quando riapriranno, vedremo risultati operativi che metteranno alla prova la risoluzione degli investitori a lungo termine.
Anzi, è probabile che di fronte a risultati di questo tipo si possano scatenare nuove reazioni emotive che, si sa, agitano i mercati e le quotazioni.
#3 FED e BCE non fanno miracoli
La potenza di fuoco messa in campo dalla FED e la reazione altrettanto forte della BCE sono una buona morfina momentanea ma non possono fare miracoli.
Anche gli aiuti straordinari all’economia che arriveranno dagli Stati saranno si un sollievo ma non possono sostituirsi alla normale produzione di ricchezza.
Il mondo avanza solo se le aziende producono e fanno utili, non c’è altra strada.
Se non torniamo alla normalità e il clima di incertezza non svanisce, i consumi ne risentiranno e, con essi, il business.
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