Pericolo di Guerra: e Se la Fine del Mondo Fosse Vicina?
Ieri sono successe due cose che mi hanno fatto riflettere e che ho pensato di condividere con te.
Mentre ero in giro per delle commissioni sono passato davanti ad un’edicola e mi sono ricordato che era in vendita un libro di mio interesse facente parte di una collana di geopolitica.Il titolare, mentre mi serviva, mi ha lasciato un biglietto con i suoi recapiti dicendomi che, se fossi interessato ad altri libri della collana, sarebbe meglio che lo chiamassi in anticipo perché stanno andando a ruba.
Siamo entrati in simpatia e mi sono intrattenuto un po’ a chiacchierare sulla situazione attuale: “Credimi – mi ha detto – fino a un mese fa vendevo tre copie di Limes al mese ai soliti tre vecchietti che vengono qui da quando esiste l’edicola.
Il distributore di Torino mi ha detto che in tutta la città se ne vendevano meno di 100 al mese, ieri ne ha consegnate 5000 e sono finite. In più c’è Scenari, altro prodotto simile che è stato lanciato da poco.
C’è una paura enorme, io non ho mai visto roba simile ed è diffusa ovunque: sto vendendo sia ai ragazzi di 20 anni che agli 80enni”.
In effetti io stesso non sarei mai entrato in quell’edicola se non fosse stato in vendita quel libro promosso proprio durante una fase storica particolare. Anche io ho alimentato il “business della paura” che sta portando al momento tanto successo ai vari esperti di geopolitica.
“Ma tu non hai paura di dover sparare all’improvviso? L’hai mai preso un fucile?” mi ha chiesto l’edicolante, con mio stupore, mentre mi dava il resto.
“Io non saprei usare manco una pistola ad acqua” ho tagliato corto e, uscendo, ho preso la via di casa scrollando nervosamente lo smartphone.
Tra le mail, mi ha colpito un messaggio inoltratomi dal mio staff da parte di un cliente che, sinteticamente, manifestava le sue preoccupazioni generali.
Riassumendo…
Il suo ragionamento più o meno filava così:
“Ho seguito i vostri percorsi, ho anche preso delle decisioni ispirandomi a quanto divulgate e tutto sommato sono tranquillo, del resto il vostro servizio funziona molto bene.
Il punto è un altro: Davide parla dei vari scenari negativi ma in questi non c’è la guerra e io quando vedo Putin penso a Hitler, con tutto ciò che può conseguirne”.
In effetti, se devo trovare un pelo nell’uovo nei vari scenari dei nostri percorsi educativi c’è l’inesistenza della guerra come scenario peggiore.
A mia discolpa c’è il fatto che sono nato dopo il 1989, il Muro già non c’era più e la mia generazione, per fortuna, non ha neanche fatto il servizio militare. Certe cose non hanno mai fatto parte delle nostre vite, la paura di un conflitto è un pensiero che ancora oggi non sono nemmeno in grado di visualizzare.
C’è un però enorme che è un po’ il punto della situazione che mi sento di condividere qui: non c’è alcun investimento da fare o non fare in caso di guerra.
Lascia stare le scemenze di chi ti dice di puntare su questo o su quello o ti indica il modo “furbo” per “guadagnare dal conflitto”: quelli sono i soliti sciacalli o acchiappa wanna be, su questi pixel parliamo ad un livello più serio.
Scherzando, in diversi live ho detto spesso che se il Mondo andasse male i soldi che abbiamo investito sarebbero l’ultimo dei nostri problemi: cosa se ne fa dell’ETF su S&P500 un cittadino di Kiev che sta scappando in un corridoio umanitario sperando che i russi non gli sparino in testa?
Che se ne fa dell’ETF sulla blochckain un cittadino di Mariupol a cui i russi hanno distrutto la casa e hanno ammazzato amici e familiari?
Ecco, capisci che uno scenario del genere non ha una soluzione, e per questo non ne ho mai parlato, perché semplicemente non c’è nessuna “strategia” da adottare se non quella di provare a sopravvivere.
Io però sono ottimista, nonostante tutto.
Lo sono perché non c’è un’alternativa pessimista: sono un investitore che cerca valore per il futuro, sono un imprenditore che ogni giorno cerca opportunità per far crescere la sua azienda, sono un datore di lavoro che deve dare fiducia al suo team, sono un personaggio discretamente seguito sui vari canali comunicativi, sono un marito che ama sua moglie.
Sono tante cose che, a vario titolo, mi impongono anche di dover prendere delle posizioni o di dover dire delle cose che abbiano un senso.
E a mio parere, non ha senso preoccuparsi degli scenari apocalittici perché significherebbe non vivere più, non amare più, non godersi più quello che abbiamo.
Io non lo so come si evolverà questa situazione, mi auguro che la pace alla fine arrivi e ti invito, nei limiti delle tue possibilità, a fare qualcosa per il popolo ucraino.
Sono però certo che, abolito lo scenario “fine del Mondo”, resta solo la “solita” possibilità per vivere, investire e prosperare: risparmiare, guadagnare, gestire e investire per il lungo termine puntando sulla capacità dell’umanità di crescere e migliorare la qualità della nostra vita.
Tutti gli altri scenari sono fuori dal nostro controllo, possono solo destabilizzarci, in certi casi anche alterando in negativo la nostra percezione della realtà.
Chest’è…come amo dire!
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